La Serbia, terra di profonde radici spirituali, custodisce con orgoglio il suo patrimonio ortodosso attraverso numerose chiese e monasteri che abbelliscono la sua natura pittoresca. La religione sempre riuniva le persone, univa le comunità e orientava la loro aspirazione verso l’alto. Come testimonianza di quello spirito, sono stati costruiti edifici religiosi che sono diventati capolavori dell’architettura del loro tempo.
Sulla riva destra del Danubio, nelle vicinanze della gola di Đerdap, si trova Lepenski Vir, un sito archeologico che conserva i resti di una cultura che risale ad un periodo compreso tra il 6.500 e il 5.500 avanti Cristo.
A soli 14 chilometri a sud-est di Belgrado si trova Vinča, uno degli insediamenti preistorici più grandi d’Europa.
Sulla riva sinistra del Danubio, non lontano da Pančevo, si trova il più antico sito della cultura neolitica in Serbia.
Non lontano dalla città di Požarevac, tra il 1° e 5° secolo prosperava Viminacium, una delle città – già campo militare Romano – tra le più importanti dell’impero.
Raggiunse l’apice nel 3° secolo, quando fu nominata una delle quattro capitali dell’impero Romano.
Le edificazioni volute dall’imperatore Traiano furono durature e degne di particolare ammirazione.
I resti della città Romana di Ulpiana sono stati ritrovati nei pressi della località di Gradina, a solo un chilometro dal monastero di Gračanica. Essi rappresentano il sito Romano e Bizantino più importante all’interno del territorio del Kosovo e Metohija.
La Tabula Traiana è un’iscrizione incisa nella roccia vicino al Danubio, fa parte di una serie di progetti di costruzione dell’imperatore romano Traiano.