In Serbia, le rakije vengono fatte con diversi frutti mele, pere, albicocche, uva ma nessuna di queste si avvicina per importanza alla šljivovica.

Šljivovica – l’acqua della vita per i serbi

È un caso che in francese i distillati di frutta vengano chiamati “eau de vie”, acqua della vita, e che da noi, quando si brinda con la rakija (grappa), si dica sempre “Živeli” (lett. “Che siamo vivi”)? I potenti e aromatici distillati come la rakija erano originariamente medicine destinate a prolungare la vita e in sostanza lo sono rimasti fino ad oggi: la rakija è una bevanda che accompagna tutte le fasi della vita, viene consumata sia in occasioni felici che tristi, stimola la circolazione e rinvigorisce lo spirito. In Serbia, le rakije vengono fatte con diversi frutti (mele, pere, albicocche, uva) ma nessuna di queste si avvicina per importanza alla šljivovica, una bevanda tradizionale con una lunga storia e un enorme significato per la vita quotidiana nel nostro paese.

Il processo di produzione della rakija è relativamente semplice. La frutta matura viene raccolta, lasciata fermentare e poi distillata in un alambicco di rame. Qui, naturalmente, esiste un grande numero di finezze e fasi intermedie che fanno la differenza tra una grappa cattiva e una buona, ma il procedimento di base è abbastanza semplice da permettere ai contadini di occuparsi da soli di questo piacevole passatempo accanto alla “macchina allegra”, come viene talvolta chiamato l’alambicco per la distillazione con l’attrezzatura associata.

La grappa di prugna si abbina perfettamente ai tradizionali antipasti serbi (”meze”), tra cui non possono mancare carne stagionata e affumicata (come prosciutti cotti o crudi) insieme a kajmak e formaggi freschi.

La šljivovica è una bevanda con una vasta gamma di espressioni. Per le grappe giovani, l’aroma è principalmente determinato dal carattere del frutto stesso, mentre le grappe invecchiate sviluppano toni nobili che ritroviamo nel cognac e in bevande simili. La base fondamentale, fruttata, che la grappa riceve dai frutti delle prugne, è sempre riconoscibile anche in queste grappe.

La grappa di prugna è una bevanda forte e aromatica che può essere servita sia come aperitivo che come digestivo e merita sicuramente di essere abbinata a piatti di alta cucina. La grappa di prugna si abbina perfettamente ai tradizionali antipasti serbi (”meze”), tra cui non possono mancare carne stagionata e affumicata (come prosciutti cotti o crudi) insieme a kajmak e formaggi freschi. In entrambi i casi, vale la regola che il cibo che accompagna la rakija non deve essere troppo salato, mentre sono ammesse anche note dolci, come ad esempio nel caso delle prugne secche al forno avvolte nel prosciutto, che si sposano perfettamente con le grappe molto invecchiate.

La temperatura a cui servire la šljivovica è di circa 20 gradi, anche se le grappe più giovani, specialmente se servite come aperitivo, possono essere bevute a una temperatura leggermente più bassa, che ne esalta gli aromi fruttati.

La rakija serba – un patrimonio dell’umanità

Nel 2022, la rakija naturale di prugna, o meglio il processo di produzione e le tradizioni che l’accompagnano, sono stati inseriti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO! In questa lista ci sono tradizioni di grande importanza per la cultura mondiale, come ad esempio la lavorazione tradizionale del tè in Cina, la cottura della baguette in Francia o la distillazione del rum a Cuba…

Tutto è iniziato nel 2021, quando il Centro per il patrimonio culturale immateriale della Serbia presso il Museo Etnografico ha preparato una proposta dettagliata per l’UNESCO, in cui veniva descritto il tradizionale processo di distillazione della rakija in Serbia. Nella preparazione di questa proposta sono state coinvolte anche le comunità locali e le istituzioni, che hanno fornito il materiale etnografico necessario, mentre alla commissione dell’UNESCO sono stati inviati anche campioni di rakija serba.

Tutto è iniziato nel 2021, quando il Centro per il patrimonio culturale immateriale della Serbia presso il Museo Etnografico ha preparato una proposta dettagliata per l’UNESCO.

La šljivovica prodotta nel nostro paese ha ottenuto nel 2016 il certificato di indicazione geografica protetta dall’Unione Europea e da allora porta il nome protetto di “Šljivovica serba”.

Adottata nel 2003, la Convenzione per la tutela del patrimonio culturale immateriale promuove la tutela delle conoscenze che sono fondamentali per la conservazione dei mestieri tradizionali. La šljivovica prodotta nel nostro paese ha ottenuto nel 2016 il certificato di indicazione geografica protetta dall’Unione Europea e da allora porta il nome protetto di “Šljivovica serba”.

L’iscrizione delle conoscenze e delle abilità necessarie per la preparazione della šljivovica nelle famiglie, nonché del suo utilizzo nella vita quotidiana e nelle pratiche tradizionali, nella Lista Rappresentativa dell’UNESCO, contribuisce in modo significativo ad aumentare la visibilità del patrimonio culturale immateriale a livello nazionale e locale, così come a promuovere a livello internazionale il “patrimonio vivo” della Serbia”: così si è espresso lo scorso anno il Ministero della Cultura, reagendo alla notizia che, a Rabat, in Marocco, è stata presa una decisione che rappresenta un passo importante per la promozione internazionale della nostra bevanda tradizionale.

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